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ApprofondisciAmbassador per la vela di Raymarine, Giancarlo Pedote chiude l’ultima edizione del Vendée Globe al 22° posto. Dopo quasi tre mesi di sfide complesse e condizioni meteo avverse, ci insegna che i traguardi vanno ben oltre i numeri e che la forza interiore è la chiave per superare ogni limite.
giovedì - 13 febbraio 2025
Prima della partenza. Copyright: Alea
85 giorni, 20 ore e 32 minuti in mare. Sono i numeri del Vendée Globe di Giancarlo Pedote, Ambassador per la vela di Raymarine, al taglio del traguardo lo scorso 4 febbraio a Les Sables d’Olonne, in Francia. Ma, dopo un lungo e complesso viaggio in solitaria attorno al globo, è chiaro che non sono solo i numeri quelli che contano.
Afferma: "Ogni Vendée Globe è unico e va affrontato con umiltà. Questa regata è imprevedibile. Sono orgoglioso di averla portata a termine nonostante le difficoltà. Ma soprattutto non voglio pensare che la valutazione finale di quattro anni di duro lavoro mio e del mio team si limiti semplicemente ad un numero. Chi giudica il Vendée Globe da un numero, senza prendere in conto le eventuali difficoltà incontrate, non ha capito niente di questa regata. Arrivare alla fine è una misura più significativa per un marinaio rispetto alla posizione finale in classifica".
L'arrivo di Giancarlo a Les Sables d'Olonne, in Francia. Copyright: Alea
In questi lunghi mesi, Giancarlo ha dovuto affrontare una serie di sfide che lo hanno portato a fare scelte difficili, mettendo in discussione le sue aspettative sia come regatante del Vendée Globe in prima battuta sia come navigatore oceanico.
Nelle prime settimane, prende una decisione tattica rischiosa quando al largo delle Canarie attraversa una zona di bonaccia per tentare di scalare la classifica. Poi accade la rottura improvvisa di una vela, alla cui riparazione Giancarlo deve dedicare ben 14 ore, nel bel mezzo della gara.
L’attraversamento dell’Oceano Indiano lo mette davanti ad una prova ancora più frustrante. Mare e vento sono tanto violenti che la sensazione costante è “essere in una grande lavatrice”. Le condizioni estreme provocano un danno importante a Prysmian, l’IMOCA 60 di Giancarlo: il timone di sinistra si sgancia dalla sua sede e compromette il controllo della barca, impedendogli di viaggiare ad una velocità competitiva. Ripara il timone in maniera provvisoria, ma deve evitare certe andature e condizioni per preservare la riparazione. Le conseguenze non certo favorevoli per tutto il resto della regata.
Racconta che anche “la risalita dell’Atlantico è stata estenuante, con venti molto forti alternati a momenti di calma piatta.” Le condizioni meteo e i danni subiti dall’imbarcazione continuano a ostacolarlo, fino alla fine.
Giancarlo abbraccia Prysmian al taglio del traguardo. Copyright: Alea
Al taglio del traguardo il 4 febbraio, Giancarlo si posiziona al 22° posto. Spiega: “Non è il risultato che speravo, ma considerate le difficoltà che ho dovuto affrontare sono orgoglioso del mio risultato, con la consapevolezza che la dura legge del mare ha sempre ragione.”
Eppure, ben oltre i numeri, Giancarlo continua a incarnare con le sue azioni e le sue parole un esempio di resilienza eccezionale. Ci dimostra come la forza interiore permetta di superare qualsiasi sfida, e farsi così da mezzo per andare oltre, sempre e comunque, i limiti che ci si parano davanti.
Siamo orgogliosi di avere accompagnato un grande navigatore nella grande avventura del Vendée Globe 2024-25 in questi mesi. Il team di Raymarine si congratula con Giancarlo per i valori di integrità, rispetto e conoscenza dei nostri oceani che ha rappresentato su un palcoscenico globale.